Il secondo dei film prodotto per le sale cinematografiche è secondo me uno dei più riusciti: "Star Trek II - L'ira di Khan".
In questo film Kirk e Spock devono affrontare il temibile e malvagio Khan Noonien Singh, un super-umano geneticamente modificato. Un nemico spietato e pericoloso che per essere sconfitto richiede l'estremo sacrificio di uno degli eroi principali della serie: il signor Spock! Ma davvero Spock, protagonista quasi quanto il capitano James Tberius Kirk della saga, poteva morire?Be' come ho scritto nel primo post di questo blog, la verità non è mai assoluta (a meno che non ci spingiamo al di là della sfera umana e materiale).
Infatti "Star Trek III: Alla ricerca di Spock" ci rivelerà un'altra "verità" rispetto a quella che concludeva il film precedente. A rimarcare il concetto dell'inesistenza delle verità assolute (o per essere in tema la probabile inesistenza o estrema rarità della verità assoluta), oltre ad Einstein ed alla sua teoria della relatività generale, c'è un altro signore.
Si chiamava Thomas Samuel Kuhn (ha qualche assonanza con Khan, da cui la lunga premessa ed il titolo di questo post).
Nel 1962, pochi anni prima del debutto di Star Trek, scrisse un libro, "La struttura delle rivoluzioni scientifiche", che trasformò il modo di concepire la scienza.
Non possiamo parlare di una vera e propria "ira di Kuhn", ma di una sana e decisa vena polemica certamente si.L'oggetto delle sue critiche era la definizione del concetto di conoscenza scientifica in voga ai suoi tempi e sostenuta dal positivismo logico e da uno dei più noti filosofi del XX secolo, Karl Popper.
Il positivismo logico ritiene che la conoscenza scientifica debba rientrare nel dominio dei sensi dell'uomo, quindi essere provata con l’osservazione e la sperimentazione (essere empirica). Inoltre deve essere decidibile, quindi basarsi su una serie di enunciati che possano essere giudicati in veri o falsi. Qualunque fenomeno, enunciato, ipotesi, teoria, fatto, o è vero, assolutamente vero, o non è vero. Basandosi anche su questa concezione, Karl Popper sosteneva la possibilità oggettiva di approdare alla verità. Nello stesso tempo però Popper affermava anche che non si ha mai la consapevolezza soggettiva di possedere la verità. Ritornando al nostra amico Albert Einstein, Popper diceva che la relatività potrebbe effettivamente essere vera, corrispondere alla realtà, ma tuttavia non è possibile averne mai un'umana certezza.
Kuhn va oltre. Secondo lui è il consenso di coloro che operano dentro una data disciplina scientifica che determina l'accettazione o meno di una conoscenza scientifica come "vera".
Non esiste una scienza univocaca come insieme di conoscenze che conducono ad una verità assoluta, ma ci sono "scienze" diverse, conoscenze, che si alternano lungo la storia in base a quello che lui definisce "il paradigma" accettato in un determinato periodo storico ed all'interno di una certa cultura. La scienza diventa pertanto un fatto "sociale", o almeno anche sociale, determinato dalla specifica società che la produce. Per paradigma Kuhn intende l'insieme di teorie, leggi, tecniche e strumenti accettati all'interno di una determinata tradizione scientifica.
Un paio di esempi. Quando nel '500 Copernico dimostrò matematicamente che era la terra a girare intorno al sole e non il contrario, venne a rompere il paradigma precedente, per quanto riguarda l'astronomia, dello geocentrismo. Fino ad allora, e per circa un secolo ancora, in Europa si riteneva verità addirittura di fede il fatto che fosse il sole e gli altri astri a girare intorno alla terra (ne sa qualcosa Galileo). Nello stesso modo all'inizio del XX secolo Albert Einstein risolve le contraddizioni presenti tra le equazioni di Maxwell dell'elettromagnetismo e la relatività galileiana, dando origini alla teoria della relatività ristretta a cui succederà poi la relatività generale, rompendo un altro paradigma. Kuhn ipotizza che tutta l'evoluzione del progresso scientifico è caratterizzata da un andamento lineare con delle discontinuità in corrispondenza dei cambi di paradigma. Descrive quindi questo processo attraverso una serie di fasi che si ripetono ciclicamente. La Fase 0 è il periodo pre-paradigmatico, caratterizzato dall'esistenza di molte scuole differenti in competizione tra loro senza un sistema di principi condivisi. La Fase 1 è l'accettazione di un paradigma. La Fase 2 è quella che lui chiama della scienza normale, in cui il paradigma è formalmente accettato da tutta la comunità scientifica. In questo periodo gli scienziati sono visti come risolutori di rebus, cercando di ci rendere coerente il paradigma con l'oggetto della loro ricerca, la realtà. La Fase 3 è quella in cui si cominciano a riscontrare delle anomalie nel paradigma accettato. Lo studio matematico e sistematico delle orbite degli astri da parte di Copernico non si sposava nel '500 con la teoria geocentrica allora ritenuta come verità assoluta. Le equazioni di Maxwell, che spiegavano perfettamente già nel XIX secolo i fenomeni elettromagnetici e la loro natura ondulatoria non si sposavano con le leggi della meccanica definite da Galileo ed alla base di tutta la fisica moderna. Quando il fallimento diventa evidente il paradigma viene messo in dubbio dando vita alla Fase 4, la crisi del paradigma.
Cominciano a nascere nuovi e diversi paradigmi. Si entra così nella Fase 5, quella della rivoluzione scientifica che porterà ad un nuovo paradigma e quindi a nuove verità. Si riparte quindi "all'esplorazione di strani e nuovi mondi ... là dove nessun uomo è mai giunto prima" :-)
"Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell'astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale, diretta all'esplorazione di strani nuovi mondi alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima."
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