Quando mi sono avvicinato ai temi della sociologia e della semiotica uno degli argomenti che maggiormente mi affascinavano era lo studio dei linguaggi contemporanei della politica. Nonostante l'allontanamento progressivo delle persone è indubbio che la politica, nelle aree dove sussiste un ordinamento democratico, è per forza di cose uno dei riflessi più attendibili per analizzare i meccanismi che regolano e muovono la società (e i vari gruppi sociali di cui essa si compone).
I primi approcci a questo tema mi hanno subito mostrato che l'argomento che volevo affrontare era tutt'altro che semplice, non tanto per la complessità dell'analisi dei meccanismi dei linguaggi della politica, che sono in fin dei conti piuttosto semplici, quanto per le inevitabili ripercussioni sui "contenuti" dello studio che volevo affrontare. Un approccio semiologico al tema richiede infatti anche un'analisi semantica del "contenuto", che parte, utilizzando l'approccio suggerito da riferimenti di questa scienza, come De Saussure o De Mauro, dall'individuare i segni che ne costituiscono il linguaggio nella loro forma di significante e significato. Ho preferito pertanto dedicarmi inizialmente allo studio di un linguaggio solo all'apparenza più semplice, quello dei fumetti, che in realtà ha meccanismi molto più complessi e articolati.

Il risultato di questo studio lo potete trovare nel libro "NUVOLE 2.0: Pantheon contemporaneo - I supereroi dai fumetti al cinema mainstream" (disponibile su Amazon al link Nuvole 2.0 - Amazon).

In questi giorni sto riprendendo il progetto iniziale di studio dei linguaggi usati dalla politica contemporanea (con riferimento principalmente a quella italiana). Da dove partire?

Semiotica | Linguaggi | Semiotica | Politica

Iniziare dalle parole mi è sembrato un approccio accettabile: in un linguaggio verbale le parole sono l'elemento minimo dotato di significato. 

Possono a loro volta essere scomposte in elementi ancora più semplici, morfi e fonemi, ma solo alle "parole" noi assegniamo un significato specifico (anche se questo può assumere valori e, quindi, sensi diversi a secondo del contesto in cui sono inserite, della frase di cui fanno parte o dall'intonazione usata per pronunciarle).

Quindi quali sono le parole maggiormente utilizzate oggi dalla politica italiana? 

In un sistema democratico, come quello italiano, da dove far partire un'analisi oggettiva e come limitarla per non perdersi nelle innumerevoli espressioni che popolano l'universo della politica del nostro paese?

Semiotica | Sociologia | Politica | Linguaggi

Innanzi tutto ho cercato di limitare il perimetro della ricerca. Per un'analisi dell'esperienza politica di un paese un buon punto di partenza mi è sembrata la Costituzione che ne regola lo statuto. La Costituzione Italiana all'articolo 49 recita: "Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale". E' lecito quindi supporre che gli attori principali della nostra politica siano i partiti. Il perimetro così delimitato è ancora però troppo ampio per le mie possibilità. Quindi mi soffermerò solo sui partiti politici principali. Qui potrei però aprire una'altra diatriba. Posso definire un partito più importante di un altro? Certamente no. In un sistema democratico, però, quello che conta è la forza che questo partito può vantare in termini di preferenze elettorali di cui gode. Ho fatto quindi riferimento alle ultime elezioni politiche che hanno interessato l'intero territorio nazionale: sono le elezioni europee del 2014, che si sono tenute il 25 maggio 2014. Questo il risultato di quelle elezioni (fonte Wikipedia):

  1. Partito Democratico  (PD): 40,81%
  2. Movimento 5 Stelle (M5S): 21,16%
  3. Forza Italia (FI): 16,81%
  4. Lega Nord (LN): 6,15%
Spero non si offenda nessuno per questa scelta, ma è un modo come un altro per limitare lo sforzo necessario per iniziare questo studio.
A questo punto bisogna rispondere alla prima domanda: quali parole utilizzano maggiormente i partiti sopra riportati? Un'analisi oggettiva prevederebbe l'analisi degli statuti di ogni singolo partito. Lo farò più in là. Per ora mi limiterò ad analizzare quelli che possiamo considerare i manifesti moderni di un'organizzazione politica: il loro sito web. Gli argomenti trattati da un sito non sono naturalmente fissati nel tempo. Variano. Si modificano a secondo il sentire del momento e le notizie politiche e di cronaca del periodo considerato. Questo lavoro l'ho svolto a fine Marzo 2016: l'opinione pubblica è reduce dalle tragedie dell'incidente dell'autobus delle studentesse dell'Erasmus in Spagna e degli attentati terroristici di Bruxelles e Lahore. Tra Maggio e Giugno si terranno le elezioni politiche comunali che interessano alcune delle principali città italiane, tra cui Roma, Milano e Napoli. Il 17 aprile si terrà il referendum sulle trivellazioni in mare per la ricerca di gas e idrocarburi. Tutti questi avvenimenti influenzano i contenuti dei siti web analizzati.
Altra avvertenza importante: quanto viene riportato di seguito è quanto i partiti vogliono comunicare attraverso il loro sito web e non cosa loro effettivamente rappresentano (anche se le due cose potrebbero coincidere, ma il condizionale è assolutamente d'obbligo).
Considerate le premesse sopra, iniziamo ad analizzare le parole più utilizzate sul sito web del PD (http://www.partitodemocratico.it/). Per farlo ho utilizzato uno strumento web open source disponibile su internet: Tagxedo (tagxedo.com). Il risultato è mostrato sinteticamente dal grafico in basso:

Semiotica | Sociologia | Politica | Linguaggi


I risultati sono stati normalizzati cercando di eliminare articoli, avverbi, aggettivi e verbi utilizzati nell'intercalare discorsivo dei testi riportati sul sito. Il termine più presente sul sito web è "PD" (336 occorrenze) seguito da  "Nazionale" (318), "Partito" (297, che vede molto presente anche il termine "Democratico" con 187 occorrenze). Naturalmente queste parole, considerate isolatamente non hanno un senso ben definito, ma possiamo interpretare che il loro frequente uso sia legato alla necessità di affermare la propria identità come partito di rilevanza "nazionale". Un'altro termine molto frequente all'interno del sito è Trasparenza (277 occorrenze) che vuole sottolineare un impegno della formazione politica verso i propri elettori, che si vuole manifestare anche attraverso un media ben preciso, la Stampa (termine citato 259 volte), e viene dimostrato dalla presenza della parola tesoriere (143 occorrenze). Il recente spostamento verso una politica sempre più focalizzata sull'uomo simbolo, iniziato in Italia probabilmente con la nascita di Forza Italia negli anni '90, è sottolineata dalla presenza del nome "Renzi" (citato nel sito con 241 occorrenze). Questa frequenza evidenzia anche un modello organizzativo  con direzione centralizzata del partito, che viene sottolineata anche da altre parole usate abbastanza spesso: segretario (167 occorrenze), segreteria (158), presidenza (150), assemblea (136), direzione (130), segretari (124), regionali (119), commissione (114), territoriali (105). Questo modello centralizzato è bilanciato dall'occorrenza di altri termini che sottolineano invece l'invito alla partecipazione: partecipa (199), squadra (177), garanzia (109). La presenza di altre parole evidenziano l'attuale posizione del PD come principale partito di governo: esteri (226 occorrenze), che vuole indicare l'attenzione a quanto avviene anche al di fuori dei confini nazionali, legge (212 ) e italiariparte (101), lo slogan con cui il PD vuole comunicare l'efficacia dell'azione svolta finora all'interno del governo.
Dopo aver analizzato il sito del PD passiamo al M5S. Il sito web del Movimento è http://www.beppegrillo.it/movimento/. Per quanto il M5S non ami definirsi un partito è ovvio che non possa fare altrimenti, dovendosi cimentare all'interno di un sistema democratico  basato appunto sui partiti. D'altronde il termine partito significa "essere di parte", rappresentare interessi e ideologie particolari, quelli dei propri elettori. Il risultato è sintetizzato dal seguente grafico:

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Una prima differenza immediata rispetto al grafico del PD è l'assenza del nome di un leader: in realtà l'URL del sito, che è ospitato sul blog di Beppe Grillo, sembra negare questa evidenza. E' comunque importante sottolineare la non presenza del nome di Grillo, o di altri esponenti del partito, tra le parole più frequentemente citate nel sito, che significa la volontà di comunicare un modello organizzativo diverso, se non opposto, rispetto a quello del principale partito di governo. Questa caratteristica è sottolineata dalla frequente presenza delle seguenti parole: lista (297 occorrenze), forum (277), informazione (241), liste (226), parlamento (212), elezioni (150), eletti (105), uno (158), voci (101). La comunicazione del M5S vuole con questi termini evidenziare un'organizzazione basata sulla partecipazione democratica. Questa affermazione è bilanciata dalla presenza delle parole programma (259 occorrenze) e statuto (130) che delimitano lo spazio di discussione tra i partecipanti al movimento. La necessità di comunicare la propria identità è comunque del tutto simile a quella vista precedente per il PD: le parole più citate nel sito sono Stelle (336 occorrenze) e Movimento (318). Altri termini che sono frequentemente citati nel sito fanno riferimento direttamente al programma che si è prefissato il Movimento: posti (199 occorrenze), lavoro (187), abolizione (177), servizi (167), legge (143), trivelle (124 occorrenze, con riferimento al prossimo referendum), investito (119). Questa rispondenza  vuole indicare un'attenzione immediatamente esplicitata agli obiettivi e agli ideali del partito, per comunicare in maniera diretta ai propri elettori. Questa caratteristica  manca invece nel sito del PD, che richiede ai destinatari della sua comunicazione di approfondire la propria ricerca per acquisire le informazioni necessarie.
Passiamo ora a Forza Italia (http://www.forza-italia.it/):

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Anche qui troviamo l'esigenza di affermare la propria identità con i termini Italia (336 occorrenze) e Forza (318). Subito dopo emerge l'attestazione della vocazione di questo partito alla personalizzazione della politica: il nome Berlusconi è presente ben 297 volte, così come Silvio (226 occorrenze) e ForzaSilvio (130), che servono a creare una  sorta di "confidenza" tra il leader e il suo elettorato. La vocazione è altrettanto sottolineata dalla frequente citazione dei nomi di altri esponenti della politica e non solo appartenenti al partito. Renzi è citato 277 volte (più che nel sito del PD), Bertolaso (al momento candidato sindaco di Roma) 241 volte, Letta 177, Alfano 150.
Theskyistelimit, con 259 occorrenze, è un hashtag all'interno dello spazio del sito riservato alle discussioni, quindi una presenza probabilmente temporanea . Altre parole fanno riferimento alle prossime elezioni comunali (principalmente a Roma): oltre al già citato Bertolaso, Comunità (167 occorrenze), Roma (158), buche (136). Presenti sempre all'interno dello spazio dedicato alle discussioni. L'attualità è molto presente oltre che con le prossime elezioni comunali anche con le parole Governo (212 occorrenza), regionali (199 ), attentati (143). Il sito si dimostra pertanto orientato a una comunicazione pratica e per obiettivi immediati.
L'ultimo sito esaminato è quello della Lega Nord (http://www.leganord.org/):

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La tendenza è quella già vista per i siti precedenti per quanto riguarda l'affermazione della propria identità. La parole più presenti sono infatti Lega (336 occorrenze) e Nord (318). L'identità di questa formazione politica assume però qui un significato ancora più importante, rafforzata dalla frequente presenza delle seguenti parole: Federale (297 occorrenze), Regione (226), Padania (187), Veneto (177), Federali (119), Storia (114), Statuto (109), Lombardia (105), Piemonte (101). I termini utilizzati rivelano la vocazione tipicamente territoriale della Lega e la necessità di difendere strenuamente una propria identità e differenziazione rispetto a ciò che è considerato altro.  Si comincia dalla rivendicazione di minore dipendenza dal governo centrale (parola Roma 277 occorrenze). Ritroviamo questa necessità anche nei riferimenti ai recenti fatti di cronaca nelle seguenti parole: Bruxelles (259 occorrenze), Manifestazione (241), policy (167), Congresso (150), Stati (143), difendere (136), italiani (130). Così come Forza Italia e il PD, anche la Lega, probabilmenyte sin dagli inizi, ha una vocazione a una politica a direzione personale: lo dimostra la notevole presenza del nome dell'attuale leader Salvini (212 occorrenze) e di quello che è considerato il suo avversario, Renzi (199), citato più volte nel sito al posto del nome del partito di governo (PD). Interessante è notare che viene frequentemente citato anche il Movimento (124 occorrenze), ma in questo caso si indica il nome del partito e non di un suo esponente.


Oggi 23 Marzo esce al cinema "Batman v Superman: Dawn of Justice.

Dopo aver scritto di Batman, nel precedente post, per non fare torto all'Uomo d'Acciaio, non posso esimermi di riportare un estratto su Superman tratto ancora dal libro "NUVOLE 2.0: Pantheon contemporaneo - I supereroi dai fumetti al cinema mainstream" (disponibile su Amazon al link NUVOLE-2-0-ebook).


eBook sui Supereroi | Linguaggi | Fumetti | Semiotica | Ritrattando Nietzsche

Superman: ritrattando Nietzsche

Da quanto abbiamo scritto nei paragrafi precedenti è chiaro che non esiste un personaggio Superman univoco e perfettamente delineato, ma tante reinterpretazioni di un modello originario, quello di Siegel e Shuster, che nel frattempo si è adattato, da una parte alle nuove esigenze commerciali dei fumetti e dall’altra al mutare del pensiero durante i decenni, ma soprattutto alle particolari sensibilità degli autori che ne hanno scritto e riscritto le storie. Questo vale per Superman, che si appresta a compiere gli 80 anni di vita dalla sua prima pubblicazione, come per tutti i supereroi di cui parliamo in questo lavoro o, più precisamente, per tutti quelli che abbiano superato almeno i vent’anni di storia, o che, nel frattempo, abbiano visto cambiare gli autori che scrivono e disegnano le loro storie.
Ciò significa inoltre cha a causa del semplice numero di storie accumulate, gli universi narrativi di Marvel e DC mettono in crisi l’idea dell’opera oggettivamente analizzabile. Siccome i lettori conoscono porzioni magari immense ma sempre parziali dell’insieme, si può cioè dire che quasi ogni lettore percepisce un universo Marvel e DC costituito dalle proprie selezioni, per cui chi avesse letto principalmente le storie degli anni Cinquanta conoscerebbe un universo DC più ottimista, chi si fosse concentrato sugli anni Novanta ne avrebbe uno più violento, mentre chi si fosse concentrato sui vari sottogeneri potrebbe percepire universi narrativi dominati principalmente da tinte horror, storie di magia, di pura azione, di tormento interiore, soap-opera in calzamaglia e via discorrendo.
Marco Arnaudo, Il fumetto supereroico: mito, etica e strategie narrative, Pg. 161-162]
Nella DC Comics le discrepanze tra le varie versioni dello stesso personaggio sono diventate talmente evidenti che gli stessi editori ritennero opportuno doverlo giustificare introducendo il concetto di ‘multiverso’: 

nel numero 123 della testata intitolata a Flash del Settembre 1961 appare la storia Flash dei due mondi scritta da Gardner Fox, in cui il Flash della Silver Age incontra la sua controparte della Golden Age. Questa storia mostra che i due personaggi sono due entità completamente distinte che vivono in due dimensioni parallele, in cui esistono un pianeta "Terra-1" e uno "Terra-2". 

Dietro la maschera del Flash di Terra-1 (quella della Silver Age) si nasconde Barry Allen, un agente della polizia scientifica, mentre il Flash di Terra-2 è Jay Garrick, un brillante e giovane chimico. Nel caso di SupermanClark Kent veste il costume del supereroe più potente del mondo in entrambi gli universi, ma anche in questo caso ci troviamo di fronte a due persone diverse benché tra loro ci siano diverse similitudini (a cominciare dal nome). Ciò spiega perché il Clark Kent della Golden Age (su Terra-2) viene adottato da John e Mary Kent che muoiono presto facendo crescere il ragazzo in orfanotrofio, mentre il Clark di Terra-1 viene adottato da Jonathan e Martha Kent che invece sono ancora vivi quado il loro figlio adottivo si trasferisce da Smallville a Metropolis.
[Per essere precisi nel primo numero di Action Comics del 1938 il piccolo Clark viene ritrovato da un anonimo automobilista e portato immediatamente in orfanotrofio. Durante la Golden Age infatti si faceva poca attenzione alla continuity dei racconti, spesso costituiti da storie autoconclusive, quindi ritroviamo Clark inizialmente orfano, in altre storie adottato dalla sola Mary Kent, in altre ancora appare anche il padre adottivo John ed addirittura abbiamo due nomi alternativi per i suoi genitori adottivi: Sara ed Eben Kent]
Sempre nell’ottica di dare una giustificazione alle diversità caratteriali del personaggio nelle diverse epoche e nelle diverse reinterpretazioni effettuate da autori diversi, gli universi e le dimensioni si moltiplicano (nascono quindi anche una terra-3, 4 e così via). Questo universo multidimensionale farà si che nelle storie più recenti, a partire appunto dall’introduzione negli anni Sessanta del concetto di multiverso, che i Superman delle diverse dimensioni possano incontrarsi e collaborare tra loro o addirittura scontrarsi interpretando ruoli diversi nella consueta dicotomia tra ‘Bene’ e ‘Male’.  
Anche l’universo Marvel prevede la presenza di dimensioni parallele, ma quasi l’intero arco narrativo si svolge all’interno di un unico universo, quello che contiene Terra-616, quindi con impatti meno evidenti sull’ēthos dei personaggi rispetto a quelli della DC. In generale potremmo comunque affermare che queste variazioni di ēthos del supereroe, anche quando sono giustificate dall’esistenza di dimensioni parallele rendono comunque l’homo fictus ancora più simile ad una persona reale. Come Nietzsche scriveva nel piccolo saggio Uomini Creati del 1878, anche delle persone reali possiamo solo costruirci un’immagine semplificata della complessità di esperienze e caratteri che costituiscono l’essenza di un uomo, e queste esperienze e caratteri sono a loro volta mutevoli. Prendiamo ad esempio un passo dalla Prima Lettera ai Corinzi di San Paolo: “Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che ero da bambino l'ho abbandonato”. Questa mutevolezza assolutamente evidente nel passaggio dall’età puerile a quella adulta, come scriveva San Paolo, è in realtà presente costantemente nel carattere umano. Addirittura a distanza di poche ore le nostre reazioni potrebbero essere diverse in risposta ad un medesimo stimolo a causa degli eventi e delle esperienze vissute nell’intervallo di tempo considerato.

Non deve quindi stupirci che anche nei personaggi delle fiction, soprattutto quando hanno una vita così lunga come nel caso dei supereroi, si possa assistere a mutazioni di spirito anche notevoli, rimanendo però vivi dei caratteri che ci consentono sempre di riconoscere, almeno in parte, un dato personaggio.

[...]

Per delineare ulteriormente il personaggio di Superman occorre  introdurre la sua nemesi, il suo nemico per eccellenza, l’oppositore, come lo definirebbe Greimas, Lex Luthor. 

Lex appare per la prima volta nei numeri 22 e 23 di Action Comics, del Marzo ed Aprile 1940, in un racconto in due parti di Siegel e Shuster: è un genio del male che ha causato il conflitto che ha messo a ferro e fuoco l’Europa al comando di truppe di soldati che hanno divise molto simili a quelle dei militari nazisti (nel mondo reale gli Stati Uniti non sono ancora entrati in guerra che è invece in pieno svolgimento dall’altra parte dell’oceano). Questo primo Luthor non è calvo ma ha corti capelli rossi (capelli che ritorneranno anche in versioni più recenti dei fumetti dell’Uomo d’Acciaio), è alto e snello ed ha quindi un aspetto abbastanza diverso da quello del personaggio classico più noto. Appare con le stesse sembianze anche in altre avventure successive. Per vedere il supercriminale, con le sembianze con le quali è più conosciuto, occorre aspettare il Settembre 1941, sul numero 12 di Superman, sempre in una racconto dei due creatori dell’Uomo d’Acciaio. Curiosamente questo nuovo aspetto è quello con cui Shuster disegna il protagonista Super-Man che appare nel racconto illustrato del 1933 The Reign of The Super-Man. Sembra che l’aspetto classico di Luthor sia dovuto a un errore di uno dei disegnatori dello studio grafico di Shuster, Leo Nowak, a cui era stato affidato il compito di disegnare le strisce giornaliere per i quotidiani. Successivamente, con la nascita del concetto di multiverso, la prima versione di Luthor fu attribuita all’universo parallelo della Golden Age di Terra-2, mentre per il Luthor della continuity principale di Terra-1 furono scritte anche le storie che ne narravano le origini a Smallville, a partire dal motivo per cui perse i capelli fin da giovane. Inizialmente Lex e Superboy erano infatti amici (concept ripreso anche nella più recente serie televisiva Smallville). Furono proprio alcuni eventi verificatesi a Smallville che tramutarono il rapporto di amicizia tra Lex Luthor e Superboy in un odio atavico che segneranno i rapporti tra i due personaggi. Luthor non ha superpoteri, se non una intelligenza superiore, che rende subito impari il suo confronto con l’Uomo d’Acciaio. La sua è una lotta mitica come quella degli eroi classici che sfidano le divinità dell’Olimpo, l’uomo contro l’immensa e incontrollabile potenza della natura personificata negli dei. Ma a differenza degli eroi classici la sua non è la ricerca dell’affermazione dell’uomo come membro di una società sulla natura, ma è l’affermazione del singolo sulla collettività e le regole sia naturali che sociali.  La sua mente brillante gli fa subito riconoscere in Superman l’ostacolo principale a raggiungere il suo obiettivo, governare prima sul mondo e poi sull’intero universo, e quindi nell’evolvere delle storie di cui è protagonista l’intreccio si sposta dalle azioni criminose di Lex, con lo scopo di conquistare il potere, prontamente sventate dall’eroe, alle trame sempre più complesse che il villain mette in atto per eliminare il suo antagonista. Comunque per quasi tutta la Golden e Silver Age, Lex Luthor è sempre rappresentato come una sorta di scienziato pazzo e megalomane, mentre già tra gli anni Settanta ed Ottanta le sue caratteristiche malvagie vengono attenuate e riviste. In alcuni imaginary tales viene mostrato come Luthor sarebbe potuto essere un uomo differente solo se alcuni eventi del passato avessero avuto un esito diverso.  Il cambiamento sostanziale del personaggio si realizza anche in questo caso dopo gli eventi di Crisis del 1986 che azzerano l’universo narrativo principale della DC Comics.

E’ sempre John Byrne a ridisegnare il personaggio nella serie The Man of Steel: Lex Luthor si trasforma in un malvagio assolutamente contemporaneo. 

Non è solo un genio dell’ingegneria e delle scienze più avanzate, ma è soprattutto un magnate dell’economia, con interessi nella politica, che compie i suoi crimini dietro gli affari apparentemente leciti delle sue aziende leader nel settore dell’alta tecnologia che fanno parte del potente gruppo LexCorp. Dopo aver eliminato, finanziariamente o fisicamente, tutti coloro che potevano ostacolare la sua ascesa alla ricchezza ed al potere, concentra i suoi sforzi nel tentativo di distruggere Superman. A tale scopo costruisce un robot alimentato da Kryptonite, Metallo, crea un clone imperfetto di Superman, Bizarro, e riesce con l’inganno a riprogrammare e controllare il potente e intelligentissimo androide alieno Braniac, altro nemico storico dell’Uomo d’Acciaio (creato da Otto Binder sul numero 242 di Action Comics del Luglio 1958). Nonostante il fallimento di tutti i suoi tentativi di eliminare Superman,  Lex riesce a diventare presidente degli Stati Uniti grazie alle sue opere di benefattore nelle città di Metropolis e di Gotham City (la città di Batman), a dimostrare come il male possa insinuarsi anche nelle istituzioni e, sotto un’apparenza di normalità e di indulgenza, possa invece agire segretamente per gli interessi personali del singolo ai danni della collettività. Naturalmente la carriera di Luthor come presidente, visto che alla fine il ‘Bene’ trionfa sempre sul ‘Male’, si conclude con il suo impeachment e con la sua sostituzione con Pete Ross (un ex compagno di scuola sia di Luthor che di Clark Kent).
Fumetti ! Supereroi | Villain

Lex Luthor sulla copertina del N.ro 4 di The man of Steel (Byrne, Giordano)
A Lex Luthor si aggiungono molti altri antagonisti che si alternano a compiere le azioni criminali prontamente sventate dall’Uomo d’Acciaio.

Oltre ai già citati DoomsdayBraniacMetallo eBizarro ricordiamo, tra i primi villain con capacità straordinarie ad apparire nelle avventure di Superman, il Giocattolaio, creato da Don Cameron con i disegni di Ed Dobrotka sul numero 64 di Action Comicsdel Settembre 1943, un geniale criminale che trasforma innocui giocattoli in temibili armi di distruzione. 

Anche in questo caso siamo di fronte ad una costruzione narrativa dalle connotazioni mitiche, rappresentata dallo scontro di opposizioni tra l’innocenza dei giocattoli e la corruzione delle armi create dal Giocattolaio. Dopo un periodo di scarsa presenza nelle avventure dell’Uomo d’Acciaio, negli anni Novanta Dan Jurgens riporta in scena il personaggio, dipingendolo come uno psicopatico che uccide i bambini. Il Giocattolaio riappare con nuove caratteristiche e un nuovo alter ego (Hiro Okamura) nel numero 177 di Superman del 2002, con i testi di Jeph Loeb e la parte grafica, che richiama i manga giapponesi, affidata a Ed McGuinness e Cam Smith, dove abbandona le vesti del criminale per allearsi e collaborare sia con Superman che con Batman.

Subito dopo Luthor il più noto dei nemici di Superman è probabilmente Mister Mxyzptlk, un folletto proveniente dalla quinta dimensione, dotato di poteri abbastanza grandi da riuscire a sconfiggere l’Uomo d’Acciaio senza l’uso della kryptonite. 

Grazie all’avanzatissima scienza della sua dimensione di provenienza il folletto è in grado di manipolare la materia e l’energia a suo piacimento, apparendo agli occhi del nostro universo come un essere dotato di poteri magici. Il personaggio compare per la prima volta sul numero 30 di Superman del 1944, in una storia di Siegel con i disegni di uno dei collaboratori dello studio grafico di Shuster, introducendo nelle storie dell’Uomo d’Acciaio l’elemento fantastico e soprattutto comico. L’unico modo per sconfiggerlo è fargli pronunciare il suo già strambo nome al contrario, e quindi i normali duelli basati sulla forza e la potenza si trasformano in competizioni basate esclusivamente sull’astuzia e sull’intelligenza.

Un Mister Mxyzptlk completamente spogliato delle sue connotazioni caricaturali e comiche lo ritroviamo invece nella Modern Age, in una delle più belle storie recenti dell’eroe proveniente da Krypton: Che cosa è successo all'Uomo del Domani?

E’ uno dei tanti imaginary tales che troviamo nella storia delle pubblicazioni sulle avventure dell’Uomo d’Acciaio. Pubblicato in due parti nel 1986, sul numero 583 di Action Comics e sul numero 423 di Superman, il racconto è stato scritto da uno dei più talentuosi autori di fumetti degli ultimi anni, Alan Moore. La parte grafica è stata curata da Curt Swan, George Pérez e Kurt Schaffenberger. La storia è ambientata in un immaginario futuro dove un giovane giornalista ha appuntamento con Lois Lane sotto la statua commemorativa di Superman, per intervistare una delle poche testimoni rimaste in vita dell’ultima avventura dell’Uomo d’Acciaio, in  occasione del decennale della morte dell’eroe. Lois è accompagnata dal marito Jordan Elliot e dal loro piccolo figlio Johnny. Inizia così attraverso un flashback la rievocazione di Lois degli avvenimenti di dieci anni prima. Nella narrazione autodiegetica ed intradiegetica della donna interviene spesso con sarcasmo suo marito, forse geloso del modo appassionato con cui la moglie ancora parla del supereroe ormai scomparso. Si scoprono così gli avvenimenti che hanno portato alla morte di Superman. Il Giocattolaio (lo psicopatico assassino di bambini e non Hiro Okamura che sarà introdotto solo qualche anno più tardi nell’universo DC) ha scoperto la vera identità di Superman e ne informa i media che subito diffondono la notizia a tutto il mondo. Ciò scatena tutti i principali nemici dell’Uomo d’Acciaio che attaccano Metropolis cercando di colpire anche gli amici e le persone care a Clark Kent.  Lo scontro porta alla morte di molti personaggi, tra i quali Jimmy Olsen e Lana Lang. Superman furioso per la morte delle persone a lui care, senza porsi più limiti nell’utilizzare i suoi poteri sconfigge facilmente tutti i supercriminali, anche quelli più potenti. Scopre così  che dietro tutti quei terribili avvenimenti c’è la regia di un cinico e malvagio Mister Mxyzptlk che nell’intreccio scritto da Moore e nel tratto grafico di Swan e Pérez ha perso tutte le sue connotazioni farsesche e buffe. Clark nel tentativo di relegarlo una volta per tutte nella Zona Fantasma (una dimensione creata dagli abitanti di Krypton prima della distruzione del loro pianeta per imprigionare i criminali più pericolosi) finisce per uccidere Mxyzptlk che nel frattempo ha assunto l’aspetto di un demone. Pentito per essersi arrogato il diritto di uccidere un altro essere vivente, Superman si sottopone alle radiazioni della kryptonite d’oro, in grado di privarlo dei suoi poteri fino a ucciderlo. La storia termina con una serie di vignette che ci riportano alla normalità del quotidiano della famiglia Elliot. Dopo l’intervista la famigliola ritorna nel loro appartamento e, mentre Lois Lane prepara la cena, Jordan, un uomo vicino alla mezza età, con un po’ di pancetta, i baffi e qualche capello bianco, completamente diverso dall’atletico amore giovanile di sua moglie, gioca con il loro bambino. Per divertire il piccolo Johnny, il papà Jordan prende un pezzo di carbone dal camino e lo stringe nella mano. Quando riapre il palmo per mostrare il risultato al bambino al posto del carbone appare un piccolo diamante. Solo un eroe nell’universo DC è in grado di esercitare la pressione necessaria a trasformare in pochi istanti un pezzo di carbone in un diamante: Superman! Solo allora diventano chiari gli indizi che gli autori hanno disseminato nel racconto: la somiglianza di Jordan Elliot con Clark Kent, benché invecchiato e non più in forma, il fatto che il nome del bimbo è il diminutivo di Jonathan, padre adottivo di Clark, e che il suo nuovo nome JORdan ELliot rimanda al nome di Jor-EL, padre Kriptoniano di Kal-El / Clark Kent.
Fumetti | Supereroi | Mister Mxyzptlk | Cosa è successo all'uomo del domani

Clark Kent / Jordan Elliot insieme a Lois Lane ed al loro bambino in una vignetta tratta da Che cosa è successo all'Uomo del Domani? (Moore, Swan – 1986)

Jonathan Kent (insieme a sua moglie Martha) e Jor-El ci permettono di individuare un’altra figura attanziale presente nell’universo narrativo di Superman, quello dei suoi destinatori. 

Jonathan e Martha appaiono per la prima volta nel numero Uno di Superman, nell’estate del 1939 (anche se con i nomi di John e Mary), in un racconto di Siegel e Shuster. Sono loro che crescono Kal-El / Clark come loro figlio, ne fanno un uomo, trasformando un bambino alieno in un essere umano inserito nel contesto sociale della Terra, determinando il suo profondo senso di giustizia  e la sua  personalità votata al bene. Jor-El è invece il padre naturale di Superman, è il suo mentore, colui che, attraverso la sua coscienza virtualizzata all’interno di un super-computer, gli insegna la scienza avanzata di Krypton, la storia del suo pianeta natale, come gestire i propri poteri e sottrarsi ai pochi pericoli che potrebbero ferirlo o uccidere. In questa sua missione Jor-El è assimilabile a altri destinatori di narrazione mitiche, come il Mago Merlino per il re Artù o la figura del sensei nella tradizione e nella narrativa giapponese.

Per scoprire altro su Superman e l'universo dei supereroi potete leggere il libro "NUVOLE 2.0: Pantheon contemporaneo - I supereroi dai fumetti al cinema mainstream" (disponibile su Amazon al link NUVOLE-2-0-ebook).

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In occasione della prossima uscita al cinema di "Batman v Superman: Dawn of Justice", prevista per il 23 Marzo, di seguito riporto un estratto dal libro "Nuvole 2.0 - Pantheon Contemporaneo" (disponibile su Amazon al seguente link: Nuvole 2.0) . 

Il testo seguente è estratto dal paragrafo "Un carnevale punk postmoderno: gli oppositori", che descrive i principali avversari di Batman. 

E' solo una parte dell'intero paragrafo e quindi troverete citati solo alcuni dei tanti villain che deve combattere il Cavaliere Oscuro.

Fumetti Supereroi | semiotica | Frank Miller


Per esaminare le altre principali figure attanziali che compaiono nei fumetti di Batman ritorniamo alle origini del personaggio negli anni Quaranta.

A Giugno 1940 anche Batman, come era successo perSuperman, si merita una rivista completamente dedicata alle sue avventure. La National, futura DC Comics, pubblica il numero Uno di Batman, con i testi di Bill Finger ed i disegni di Bob Kane (assistito nel primo episodio, The Legend of the Batman - Who He is, and How he Came to Be, da Sheldon Moldoff, e negli altri 4 da Jerry Robinson). 

Nel primo racconto vengono rinarrate le origini di Batman, sostanzialmente in maniera simile a  quanto raccontato nel numero 33 di Detective Comics, aggiungendo qualche ulteriore particolare.

La successiva storia The Joker, introduce la nemesi del Cavaliere Oscuro, il suo oppositore per antonomasia, uno dei criminali più noti della narrativa a fumetti, reso famoso anche dalle ottime interpretazioni cinematografiche di attori come  Jack Nicholson (nel filmBatman di Tim Burton del 1989) e Heath Ledger (ne Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan del 2008). 

La sua maschera da clown, la figura snella con vestiti sempre sgargianti, il suo ghigno malefico sono intrinsecamente un’ode all’opposizione semantica. Il sorriso segno di dolcezza e di clemenza che diventa simbolo di malvagità, la luce dei colori sgargianti che diventano oscurità dello spirito, la missione del pagliaccio che dispensa allegria e sorrisi che si fa portatrice di dolore e sofferenza. Man mano che le storie del Cavaliere Oscuro diventano più mature e complesse il personaggio di Joker assume sfaccettature nuove e particolari. Il supercriminale non sembra più desiderare semplicemente il potere e la ricchezza, il suo oggetto del desiderio, nel senso greimasiano del termine, diventa l’annientamento del suo antagonista, la sua completa distruzione, fisica e morale. A sua volta Batman vede in lui un altro se stesso: se Robin rappresenta la sua parte buona, il lato luminoso del suo spirito, Joker è invece la sua parte oscura, i suoi istinti più feroci ed incontrollati. Ritorniamo alla sua prima apparizione nel numero 1 di Batman, nel quale compare in due episodi. In The Joker il villain si presenta non come un comune criminale, ma un sadico psicopatico che annuncia i suoi colpi per sfidare il potere, sia delle istituzioni pubbliche che della malavita.  Non esita infatti ad uccidere i ricchi proprietari di rari e preziosi gioielli, un gangster della mafia ed un giudice. Riesce a mettere in difficoltà anche Batman riuscendo a rapire Robin, un preludio di quello che avverrà con risultati più tragici a Jason Todd negli anni Ottanta. Il marchio di fabbrica dei suoi delitti sono i corpi delle vittime che vengono sempre ritrovati con un ghigno dipinto sul viso, causato dal letale gas Smilex. Naturalmente l’episodio si conclude con la cattura diJoker che fallisce l’ultimo suo colpo e viene sbattuto in prigione dal dinamico duo. Il primo volume di Batman si chiude con un’altra storia che vede come antagonista nuovamente il Joker nell’episodio The Joker Returns. Il villain fugge dal carcere dopo solo due giorni dalla sua cattura, per ritornare a sfidare Batman e l’intera Gotham City in cerca di vendetta, con il solito stile di preannunciare i colpi prima di compierli. Ancora una volta Joker mette in seria difficoltà il dinamico duo, ma nella lotta finale corpo a corpo tra l’uomo pipistrello e il criminale, quest’ultimo finisce per essere infilzato al petto dal suo stesso pugnale. Quando arriva la polizia per prelevare il cadavere di Joker si scopre che il criminale è ancora vivo e quindi potrà tornare negli episodi successivi. Le sue partecipazioni ai racconti su Batman si svolgono da allora in un continuo alternarsi tra atmosfere drammatiche e caricaturali, all’interno di un’ambientazione fatta di numerosi villain che trasformano Gotham City in una sorta di palcoscenico di una psichedelica Commedia dell’Arte. Il Joker non è semplicemente un personaggio, l’antagonista per eccellenza di Batman, ma assume il ruolo della Tentazione, della Prova, il demone che sopravvive nell’animo del supereroe sin da quando i suoi genitori sono stati uccisi ed un pipistrello è entrato da una delle finestre del suo maniero trasformandolo definitivamente nel Cavaliere Oscuro. Joker da personaggio solido e tridimensionale si trasforma in semplice linea monodimensionale di demarcazione, il confine tra Bene e Male, tra Giustizia e Vendetta.
Nella miniserie ‘Lovers and Madmen’ (Amanti e pazzi) Joker non esita a mettere alla prova questa convinzione in Batman e, ritenendo che l’eroe affermi che ‘tutta la vita conta’ solo per ipocrisia, si lascia cadere dal tetto di un grattacielo. […] La tentazione di lasciar morire Joker esiste ed è anzi proprio questa tentazione che rende il personaggio più umano e la sua scelta più sofferta e drammatica. Batman può violare le proprie convinzioni e liberarsi di un problema immenso, oppure può salvare un omicida di massa e condannare se stesso a contrastare i crimini che Joker commetterà in futuro. Ma, dopo un istante di esitazione, alla pagina successiva la scelta di Batman è chiara e netta: ‘La vita conta. Per mano mia o no, l’omicidio è una violazione della mia anima. Non importa quanto mi farebbe sentire bene”. E con un tuffo acrobatico, tra l’altro mettendo a repentaglio la propria stessa vita, Batman afferra Joker e lo deposita al suolo, pronto per il manicomio di Arkham, e non per il cimitero.
[Marco Arnaudo, Il fumetto supereroico: mito, etica e strategie narrative, Pg. 100]

Lovers & Madmen è una miniserie, pubblicata tra il Settembre 2007 ed il Febbraio 2008, che appare sui numeri dal 7 al 12 della testata Batman Confidential, scritta da Michael Green con la parte grafica affidata a Denys Cowan. 

In questa saga vengono rinarrate le origini di Joker: il futuro supervillain è un piccolo criminale chiamato Jack che durante una rapina prende in ostaggio Lorna Shore (la donna che Bruce Wayne frequentava in quel periodo), ferendola quasi mortalmente per coprire la sua fuga. In un impeto di rabbia Batman lo colpisce con il Batarang (il suo boomerang ipertecnologico) che gli taglia le guance da entrambi i lati disegnando sul  viso del criminale quel sadico sorriso che ne farà il Joker. Disperato al capezzale della sua amata, che lotta tra la vita e la morte in ospedale, Bruce fa una soffiata ad un boss mafioso di Gotham, a cui Jack aveva fatto uno sgarro, informandolo del covo in cui si nasconde il malvivente. La banda del boss rintraccia Jack e durante l’inseguimento in una fabbrica di prodotti chimici ne causano la caduta in una vasca contenente sostanze solventi ed antipsicotiche. Mentre tutti lo credono morto Jack riemerge dagli scarichi dello stabilimento, con la pelle completamente sbiancata, i capelli viola ed il vestito marrone che ha cambiato anch’esso il suo colore in viola: è nato il Joker. Le sostanze chimiche, oltre a cambiarlo fisicamente, hanno amplificato la sua psicosi, ma anche la sua intelligenza e la sua resistenza fisica. Il neonato villain conquista il controllo della criminalità di Gotham City e comincia a razziare la città con i suoi scagnozzi. Nel frattempo Bruce Wayne non riesce a riprendersi dalla depressione causata dai rimorsi, sia per non essere riuscito a impedire il ferimento della donna amata sia per avere consegnato Jack alla mafia. Solo l’intervento del fedele maggiordomo Alfred convince Bruce a indossare nuovamente il costume di Batman. Il Cavaliere di Gotham sfida quindi Joker e lo sconfigge dopo una dura battaglia durante la quale il criminale rivela di essere Jack e lo mette alla prova buttandosi giù da un palazzo come abbiamo già raccontato nella citazione riportata in precedenza.
Supereroi | Fumetti | Semiotica | Narrativa | Letteratura comparata

Figura 47 - Copertina del numero 11 di Batman Confidential che contiene uno degli episodi della saga Lovers & Madmen (Michael Green e Denys Cowan)
In questo continuo alternarsi tra dramma e commedia le avventure del Cavaliere Oscuro si configurano sempre più decisamente come un’opera punk di una  commedia dell’arte postmoderna.

I nemici di Batman sono infatti ‘maschere’ di un Carnevale grottesco che trasfigurano satira ed umorismo in dramma e follia. 

Così al sadico clown Joker si affiancano numerosi altri personaggi che si configurano tutti come oppositori del Cavaliere Oscuro. Il Pinguino (prima apparizione in Detective Comics n. 58, in una storia di Finger, Kane, Robinson, e Roussos del Dicembre 1941) è un’altra delle maschera di questo carnevale punk:  tuba, monocolo e frac, l’onnipresente ombrello usato come arma di offesa e di difesa, ha senza dubbio l’aspetto di un personaggio di un’opera di Goldoni. Come molti degli antagonisti diBatman non ha superpoteri, solo una intelligenza viva e brillante che sfrutta per compiere i suoi affari criminali. Vive a stretto contatto con le famiglie mafiose che controllano Gotham (in particolare quelle di Carmine Falcone e Salvatore Maroni) e il suo potere deriva principalmente dalla sua conoscenza di qualsiasi cosa avvenga nel mondo del malaffare: non a caso lo stesso Cavaliere Oscuro lo utilizza a volte come informatore, senza nascondere il suo disprezzo per un uomo che fa dell’opportunismo senza scrupoli il suo stile di vita.
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Assoluti relativi: ho creato questo blog circa due anni fa, per raccogliere pensieri e riflessioni sul mondo dei media e delle scienze sociali, a cui mi sono appassionato durante gli studi di Scienze delle Comunicazioni. 

Credo sia giunto il momento di spiegare, e spiegarmi, il perché di questo nome.
Un motivo pratico è che il nome era libero sulla piattaforma Blogger di Google che ospita Assoluti Relativi.
Un altro motivo più ragionato è invece legato ai contenuti di questi miei scritti, o meglio a una mia convinzione.

Gli ASSOLUTI non esistono! 

Cioè non esistono idee, teorie, ipotesi, ideologie, leggi, norme, regole o convinzioni che abbiano valenza assoluta.  Questo porterebbe di conseguenza ad annoverarmi tra i promotori e partigiani del disprezzato "Relativismo culturale" o "storico", da molti giudicato uno dei mali principali dell'era contemporanea. Cosa che contrasterebbe non poco con il mio essere cristiano cattolico praticante (ho aggiunto l'aggettivo "praticante", anche se concepisco con difficoltà l'essere credente non praticante, ma questo è tutto un altro discorso).

Per chi volesse approfondire il tema del "Relativismo culturale" trova un buon articolo su Treccani.it:
http://www.treccani.it/enciclopedia/relativismo-culturale_(Enciclopedia-delle-scienze-sociali)/

Relativismo | Sociologia | Semiotica | Politica

Anche se non l'ho citato esplicitamente, ho già scritto di relativismo in almeno altri due post che trovate su questo blog:

  1. L'ira di Kuhn
  2. Are you Malthusians or Cornucopians? - I try CORNUCOPIAN...

In realtà tutti i post fin qui pubblicati, chi più chi meno, trattano di relativismo culturale, etico, storico, mediatico, politico e tecnologico.
Bisogna quindi chiarire la mia idea sulla non esistenza di Assoluti.

Gli "assoluti" non esistono, ma solo in questa realtà, la realtà in cui vive ogni essere umano.

Questo non esclude che invece gli assoluti esistano in realtà diverse della nostra. La dimensione della Fede religiosa è fatta di Assoluti, di Dogmi. Non potrebbe essere altrimenti. Sono altresì convinto che una società, da quelle più semplici, che possiamo ritrovare nel mondo animale, a quelle più complesse come la nostra, ha necessità di fissare degli Assoluti. Sono alla base del buon funzionamento della convivenza e delle relazioni tra esseri appartenenti allo stesso gruppo sociale.

Gli Assoluti quindi non esistono nella nostra realtà ma sono necessari. Sono tanto necessari quanto pericolosi. 

Un eccessiva preponderanza di assoluti rischia di cancellare la specificità e l'identità di ogni singolo essere umano e di conseguenza la libertà individuale. Ma anche il progresso, che è guidato principalmente dalla divergenza di idee piuttosto che dalla convergenza culturale. D'altro canto, un eccessiva preponderanza di "Relativi" rischia di rompere alla base le relazioni e l'unità tra gli elementi di uno stesso gruppo sociale e, di conseguenza, rischia di essere distruttiva per la società. Lo stesso progresso culturale e tecnologico verrebbe bloccato, in quanto è guidato tanto dalla divergenza di idee quanto dal confronto con gli altri. 
Probabilmente quella che stiamo vivendo oggi è una fase della storia dell'umanità dove il relativo prevale sull'assoluto. Non è la prima volta che succede nella lunga storia dell'uomo. Probabilmente non sarà neanche l'ultima. La storia, la sociologia, l'antropologia ci dimostrano che la società umana si muove in una continua ricerca di equilibrio tra assoluti e relativi. Un movimento imperfetto che in questa realtà non potrà, probabilmente, mai raggiungere l'equilibrio esatto.

Semiotica | Sociologia | Narrazioni | Storytelling