Superman: ritrattando Nietzsche - Oppositori e Destinatori


Oggi 23 Marzo esce al cinema "Batman v Superman: Dawn of Justice.

Dopo aver scritto di Batman, nel precedente post, per non fare torto all'Uomo d'Acciaio, non posso esimermi di riportare un estratto su Superman tratto ancora dal libro "NUVOLE 2.0: Pantheon contemporaneo - I supereroi dai fumetti al cinema mainstream" (disponibile su Amazon al link NUVOLE-2-0-ebook).


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Superman: ritrattando Nietzsche

Da quanto abbiamo scritto nei paragrafi precedenti è chiaro che non esiste un personaggio Superman univoco e perfettamente delineato, ma tante reinterpretazioni di un modello originario, quello di Siegel e Shuster, che nel frattempo si è adattato, da una parte alle nuove esigenze commerciali dei fumetti e dall’altra al mutare del pensiero durante i decenni, ma soprattutto alle particolari sensibilità degli autori che ne hanno scritto e riscritto le storie. Questo vale per Superman, che si appresta a compiere gli 80 anni di vita dalla sua prima pubblicazione, come per tutti i supereroi di cui parliamo in questo lavoro o, più precisamente, per tutti quelli che abbiano superato almeno i vent’anni di storia, o che, nel frattempo, abbiano visto cambiare gli autori che scrivono e disegnano le loro storie.
Ciò significa inoltre cha a causa del semplice numero di storie accumulate, gli universi narrativi di Marvel e DC mettono in crisi l’idea dell’opera oggettivamente analizzabile. Siccome i lettori conoscono porzioni magari immense ma sempre parziali dell’insieme, si può cioè dire che quasi ogni lettore percepisce un universo Marvel e DC costituito dalle proprie selezioni, per cui chi avesse letto principalmente le storie degli anni Cinquanta conoscerebbe un universo DC più ottimista, chi si fosse concentrato sugli anni Novanta ne avrebbe uno più violento, mentre chi si fosse concentrato sui vari sottogeneri potrebbe percepire universi narrativi dominati principalmente da tinte horror, storie di magia, di pura azione, di tormento interiore, soap-opera in calzamaglia e via discorrendo.
Marco Arnaudo, Il fumetto supereroico: mito, etica e strategie narrative, Pg. 161-162]
Nella DC Comics le discrepanze tra le varie versioni dello stesso personaggio sono diventate talmente evidenti che gli stessi editori ritennero opportuno doverlo giustificare introducendo il concetto di ‘multiverso’: 

nel numero 123 della testata intitolata a Flash del Settembre 1961 appare la storia Flash dei due mondi scritta da Gardner Fox, in cui il Flash della Silver Age incontra la sua controparte della Golden Age. Questa storia mostra che i due personaggi sono due entità completamente distinte che vivono in due dimensioni parallele, in cui esistono un pianeta "Terra-1" e uno "Terra-2". 

Dietro la maschera del Flash di Terra-1 (quella della Silver Age) si nasconde Barry Allen, un agente della polizia scientifica, mentre il Flash di Terra-2 è Jay Garrick, un brillante e giovane chimico. Nel caso di SupermanClark Kent veste il costume del supereroe più potente del mondo in entrambi gli universi, ma anche in questo caso ci troviamo di fronte a due persone diverse benché tra loro ci siano diverse similitudini (a cominciare dal nome). Ciò spiega perché il Clark Kent della Golden Age (su Terra-2) viene adottato da John e Mary Kent che muoiono presto facendo crescere il ragazzo in orfanotrofio, mentre il Clark di Terra-1 viene adottato da Jonathan e Martha Kent che invece sono ancora vivi quado il loro figlio adottivo si trasferisce da Smallville a Metropolis.
[Per essere precisi nel primo numero di Action Comics del 1938 il piccolo Clark viene ritrovato da un anonimo automobilista e portato immediatamente in orfanotrofio. Durante la Golden Age infatti si faceva poca attenzione alla continuity dei racconti, spesso costituiti da storie autoconclusive, quindi ritroviamo Clark inizialmente orfano, in altre storie adottato dalla sola Mary Kent, in altre ancora appare anche il padre adottivo John ed addirittura abbiamo due nomi alternativi per i suoi genitori adottivi: Sara ed Eben Kent]
Sempre nell’ottica di dare una giustificazione alle diversità caratteriali del personaggio nelle diverse epoche e nelle diverse reinterpretazioni effettuate da autori diversi, gli universi e le dimensioni si moltiplicano (nascono quindi anche una terra-3, 4 e così via). Questo universo multidimensionale farà si che nelle storie più recenti, a partire appunto dall’introduzione negli anni Sessanta del concetto di multiverso, che i Superman delle diverse dimensioni possano incontrarsi e collaborare tra loro o addirittura scontrarsi interpretando ruoli diversi nella consueta dicotomia tra ‘Bene’ e ‘Male’.  
Anche l’universo Marvel prevede la presenza di dimensioni parallele, ma quasi l’intero arco narrativo si svolge all’interno di un unico universo, quello che contiene Terra-616, quindi con impatti meno evidenti sull’ēthos dei personaggi rispetto a quelli della DC. In generale potremmo comunque affermare che queste variazioni di ēthos del supereroe, anche quando sono giustificate dall’esistenza di dimensioni parallele rendono comunque l’homo fictus ancora più simile ad una persona reale. Come Nietzsche scriveva nel piccolo saggio Uomini Creati del 1878, anche delle persone reali possiamo solo costruirci un’immagine semplificata della complessità di esperienze e caratteri che costituiscono l’essenza di un uomo, e queste esperienze e caratteri sono a loro volta mutevoli. Prendiamo ad esempio un passo dalla Prima Lettera ai Corinzi di San Paolo: “Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che ero da bambino l'ho abbandonato”. Questa mutevolezza assolutamente evidente nel passaggio dall’età puerile a quella adulta, come scriveva San Paolo, è in realtà presente costantemente nel carattere umano. Addirittura a distanza di poche ore le nostre reazioni potrebbero essere diverse in risposta ad un medesimo stimolo a causa degli eventi e delle esperienze vissute nell’intervallo di tempo considerato.

Non deve quindi stupirci che anche nei personaggi delle fiction, soprattutto quando hanno una vita così lunga come nel caso dei supereroi, si possa assistere a mutazioni di spirito anche notevoli, rimanendo però vivi dei caratteri che ci consentono sempre di riconoscere, almeno in parte, un dato personaggio.

[...]

Per delineare ulteriormente il personaggio di Superman occorre  introdurre la sua nemesi, il suo nemico per eccellenza, l’oppositore, come lo definirebbe Greimas, Lex Luthor. 

Lex appare per la prima volta nei numeri 22 e 23 di Action Comics, del Marzo ed Aprile 1940, in un racconto in due parti di Siegel e Shuster: è un genio del male che ha causato il conflitto che ha messo a ferro e fuoco l’Europa al comando di truppe di soldati che hanno divise molto simili a quelle dei militari nazisti (nel mondo reale gli Stati Uniti non sono ancora entrati in guerra che è invece in pieno svolgimento dall’altra parte dell’oceano). Questo primo Luthor non è calvo ma ha corti capelli rossi (capelli che ritorneranno anche in versioni più recenti dei fumetti dell’Uomo d’Acciaio), è alto e snello ed ha quindi un aspetto abbastanza diverso da quello del personaggio classico più noto. Appare con le stesse sembianze anche in altre avventure successive. Per vedere il supercriminale, con le sembianze con le quali è più conosciuto, occorre aspettare il Settembre 1941, sul numero 12 di Superman, sempre in una racconto dei due creatori dell’Uomo d’Acciaio. Curiosamente questo nuovo aspetto è quello con cui Shuster disegna il protagonista Super-Man che appare nel racconto illustrato del 1933 The Reign of The Super-Man. Sembra che l’aspetto classico di Luthor sia dovuto a un errore di uno dei disegnatori dello studio grafico di Shuster, Leo Nowak, a cui era stato affidato il compito di disegnare le strisce giornaliere per i quotidiani. Successivamente, con la nascita del concetto di multiverso, la prima versione di Luthor fu attribuita all’universo parallelo della Golden Age di Terra-2, mentre per il Luthor della continuity principale di Terra-1 furono scritte anche le storie che ne narravano le origini a Smallville, a partire dal motivo per cui perse i capelli fin da giovane. Inizialmente Lex e Superboy erano infatti amici (concept ripreso anche nella più recente serie televisiva Smallville). Furono proprio alcuni eventi verificatesi a Smallville che tramutarono il rapporto di amicizia tra Lex Luthor e Superboy in un odio atavico che segneranno i rapporti tra i due personaggi. Luthor non ha superpoteri, se non una intelligenza superiore, che rende subito impari il suo confronto con l’Uomo d’Acciaio. La sua è una lotta mitica come quella degli eroi classici che sfidano le divinità dell’Olimpo, l’uomo contro l’immensa e incontrollabile potenza della natura personificata negli dei. Ma a differenza degli eroi classici la sua non è la ricerca dell’affermazione dell’uomo come membro di una società sulla natura, ma è l’affermazione del singolo sulla collettività e le regole sia naturali che sociali.  La sua mente brillante gli fa subito riconoscere in Superman l’ostacolo principale a raggiungere il suo obiettivo, governare prima sul mondo e poi sull’intero universo, e quindi nell’evolvere delle storie di cui è protagonista l’intreccio si sposta dalle azioni criminose di Lex, con lo scopo di conquistare il potere, prontamente sventate dall’eroe, alle trame sempre più complesse che il villain mette in atto per eliminare il suo antagonista. Comunque per quasi tutta la Golden e Silver Age, Lex Luthor è sempre rappresentato come una sorta di scienziato pazzo e megalomane, mentre già tra gli anni Settanta ed Ottanta le sue caratteristiche malvagie vengono attenuate e riviste. In alcuni imaginary tales viene mostrato come Luthor sarebbe potuto essere un uomo differente solo se alcuni eventi del passato avessero avuto un esito diverso.  Il cambiamento sostanziale del personaggio si realizza anche in questo caso dopo gli eventi di Crisis del 1986 che azzerano l’universo narrativo principale della DC Comics.

E’ sempre John Byrne a ridisegnare il personaggio nella serie The Man of Steel: Lex Luthor si trasforma in un malvagio assolutamente contemporaneo. 

Non è solo un genio dell’ingegneria e delle scienze più avanzate, ma è soprattutto un magnate dell’economia, con interessi nella politica, che compie i suoi crimini dietro gli affari apparentemente leciti delle sue aziende leader nel settore dell’alta tecnologia che fanno parte del potente gruppo LexCorp. Dopo aver eliminato, finanziariamente o fisicamente, tutti coloro che potevano ostacolare la sua ascesa alla ricchezza ed al potere, concentra i suoi sforzi nel tentativo di distruggere Superman. A tale scopo costruisce un robot alimentato da Kryptonite, Metallo, crea un clone imperfetto di Superman, Bizarro, e riesce con l’inganno a riprogrammare e controllare il potente e intelligentissimo androide alieno Braniac, altro nemico storico dell’Uomo d’Acciaio (creato da Otto Binder sul numero 242 di Action Comics del Luglio 1958). Nonostante il fallimento di tutti i suoi tentativi di eliminare Superman,  Lex riesce a diventare presidente degli Stati Uniti grazie alle sue opere di benefattore nelle città di Metropolis e di Gotham City (la città di Batman), a dimostrare come il male possa insinuarsi anche nelle istituzioni e, sotto un’apparenza di normalità e di indulgenza, possa invece agire segretamente per gli interessi personali del singolo ai danni della collettività. Naturalmente la carriera di Luthor come presidente, visto che alla fine il ‘Bene’ trionfa sempre sul ‘Male’, si conclude con il suo impeachment e con la sua sostituzione con Pete Ross (un ex compagno di scuola sia di Luthor che di Clark Kent).
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Lex Luthor sulla copertina del N.ro 4 di The man of Steel (Byrne, Giordano)
A Lex Luthor si aggiungono molti altri antagonisti che si alternano a compiere le azioni criminali prontamente sventate dall’Uomo d’Acciaio.

Oltre ai già citati DoomsdayBraniacMetallo eBizarro ricordiamo, tra i primi villain con capacità straordinarie ad apparire nelle avventure di Superman, il Giocattolaio, creato da Don Cameron con i disegni di Ed Dobrotka sul numero 64 di Action Comicsdel Settembre 1943, un geniale criminale che trasforma innocui giocattoli in temibili armi di distruzione. 

Anche in questo caso siamo di fronte ad una costruzione narrativa dalle connotazioni mitiche, rappresentata dallo scontro di opposizioni tra l’innocenza dei giocattoli e la corruzione delle armi create dal Giocattolaio. Dopo un periodo di scarsa presenza nelle avventure dell’Uomo d’Acciaio, negli anni Novanta Dan Jurgens riporta in scena il personaggio, dipingendolo come uno psicopatico che uccide i bambini. Il Giocattolaio riappare con nuove caratteristiche e un nuovo alter ego (Hiro Okamura) nel numero 177 di Superman del 2002, con i testi di Jeph Loeb e la parte grafica, che richiama i manga giapponesi, affidata a Ed McGuinness e Cam Smith, dove abbandona le vesti del criminale per allearsi e collaborare sia con Superman che con Batman.

Subito dopo Luthor il più noto dei nemici di Superman è probabilmente Mister Mxyzptlk, un folletto proveniente dalla quinta dimensione, dotato di poteri abbastanza grandi da riuscire a sconfiggere l’Uomo d’Acciaio senza l’uso della kryptonite. 

Grazie all’avanzatissima scienza della sua dimensione di provenienza il folletto è in grado di manipolare la materia e l’energia a suo piacimento, apparendo agli occhi del nostro universo come un essere dotato di poteri magici. Il personaggio compare per la prima volta sul numero 30 di Superman del 1944, in una storia di Siegel con i disegni di uno dei collaboratori dello studio grafico di Shuster, introducendo nelle storie dell’Uomo d’Acciaio l’elemento fantastico e soprattutto comico. L’unico modo per sconfiggerlo è fargli pronunciare il suo già strambo nome al contrario, e quindi i normali duelli basati sulla forza e la potenza si trasformano in competizioni basate esclusivamente sull’astuzia e sull’intelligenza.

Un Mister Mxyzptlk completamente spogliato delle sue connotazioni caricaturali e comiche lo ritroviamo invece nella Modern Age, in una delle più belle storie recenti dell’eroe proveniente da Krypton: Che cosa è successo all'Uomo del Domani?

E’ uno dei tanti imaginary tales che troviamo nella storia delle pubblicazioni sulle avventure dell’Uomo d’Acciaio. Pubblicato in due parti nel 1986, sul numero 583 di Action Comics e sul numero 423 di Superman, il racconto è stato scritto da uno dei più talentuosi autori di fumetti degli ultimi anni, Alan Moore. La parte grafica è stata curata da Curt Swan, George Pérez e Kurt Schaffenberger. La storia è ambientata in un immaginario futuro dove un giovane giornalista ha appuntamento con Lois Lane sotto la statua commemorativa di Superman, per intervistare una delle poche testimoni rimaste in vita dell’ultima avventura dell’Uomo d’Acciaio, in  occasione del decennale della morte dell’eroe. Lois è accompagnata dal marito Jordan Elliot e dal loro piccolo figlio Johnny. Inizia così attraverso un flashback la rievocazione di Lois degli avvenimenti di dieci anni prima. Nella narrazione autodiegetica ed intradiegetica della donna interviene spesso con sarcasmo suo marito, forse geloso del modo appassionato con cui la moglie ancora parla del supereroe ormai scomparso. Si scoprono così gli avvenimenti che hanno portato alla morte di Superman. Il Giocattolaio (lo psicopatico assassino di bambini e non Hiro Okamura che sarà introdotto solo qualche anno più tardi nell’universo DC) ha scoperto la vera identità di Superman e ne informa i media che subito diffondono la notizia a tutto il mondo. Ciò scatena tutti i principali nemici dell’Uomo d’Acciaio che attaccano Metropolis cercando di colpire anche gli amici e le persone care a Clark Kent.  Lo scontro porta alla morte di molti personaggi, tra i quali Jimmy Olsen e Lana Lang. Superman furioso per la morte delle persone a lui care, senza porsi più limiti nell’utilizzare i suoi poteri sconfigge facilmente tutti i supercriminali, anche quelli più potenti. Scopre così  che dietro tutti quei terribili avvenimenti c’è la regia di un cinico e malvagio Mister Mxyzptlk che nell’intreccio scritto da Moore e nel tratto grafico di Swan e Pérez ha perso tutte le sue connotazioni farsesche e buffe. Clark nel tentativo di relegarlo una volta per tutte nella Zona Fantasma (una dimensione creata dagli abitanti di Krypton prima della distruzione del loro pianeta per imprigionare i criminali più pericolosi) finisce per uccidere Mxyzptlk che nel frattempo ha assunto l’aspetto di un demone. Pentito per essersi arrogato il diritto di uccidere un altro essere vivente, Superman si sottopone alle radiazioni della kryptonite d’oro, in grado di privarlo dei suoi poteri fino a ucciderlo. La storia termina con una serie di vignette che ci riportano alla normalità del quotidiano della famiglia Elliot. Dopo l’intervista la famigliola ritorna nel loro appartamento e, mentre Lois Lane prepara la cena, Jordan, un uomo vicino alla mezza età, con un po’ di pancetta, i baffi e qualche capello bianco, completamente diverso dall’atletico amore giovanile di sua moglie, gioca con il loro bambino. Per divertire il piccolo Johnny, il papà Jordan prende un pezzo di carbone dal camino e lo stringe nella mano. Quando riapre il palmo per mostrare il risultato al bambino al posto del carbone appare un piccolo diamante. Solo un eroe nell’universo DC è in grado di esercitare la pressione necessaria a trasformare in pochi istanti un pezzo di carbone in un diamante: Superman! Solo allora diventano chiari gli indizi che gli autori hanno disseminato nel racconto: la somiglianza di Jordan Elliot con Clark Kent, benché invecchiato e non più in forma, il fatto che il nome del bimbo è il diminutivo di Jonathan, padre adottivo di Clark, e che il suo nuovo nome JORdan ELliot rimanda al nome di Jor-EL, padre Kriptoniano di Kal-El / Clark Kent.
Fumetti | Supereroi | Mister Mxyzptlk | Cosa è successo all'uomo del domani

Clark Kent / Jordan Elliot insieme a Lois Lane ed al loro bambino in una vignetta tratta da Che cosa è successo all'Uomo del Domani? (Moore, Swan – 1986)

Jonathan Kent (insieme a sua moglie Martha) e Jor-El ci permettono di individuare un’altra figura attanziale presente nell’universo narrativo di Superman, quello dei suoi destinatori. 

Jonathan e Martha appaiono per la prima volta nel numero Uno di Superman, nell’estate del 1939 (anche se con i nomi di John e Mary), in un racconto di Siegel e Shuster. Sono loro che crescono Kal-El / Clark come loro figlio, ne fanno un uomo, trasformando un bambino alieno in un essere umano inserito nel contesto sociale della Terra, determinando il suo profondo senso di giustizia  e la sua  personalità votata al bene. Jor-El è invece il padre naturale di Superman, è il suo mentore, colui che, attraverso la sua coscienza virtualizzata all’interno di un super-computer, gli insegna la scienza avanzata di Krypton, la storia del suo pianeta natale, come gestire i propri poteri e sottrarsi ai pochi pericoli che potrebbero ferirlo o uccidere. In questa sua missione Jor-El è assimilabile a altri destinatori di narrazione mitiche, come il Mago Merlino per il re Artù o la figura del sensei nella tradizione e nella narrativa giapponese.

Per scoprire altro su Superman e l'universo dei supereroi potete leggere il libro "NUVOLE 2.0: Pantheon contemporaneo - I supereroi dai fumetti al cinema mainstream" (disponibile su Amazon al link NUVOLE-2-0-ebook).

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