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25 Novembre, 1915. Il direttore dell'Istituto di Fisica dell'Università di Berlino, un signore di 36 anni dall'aspetto un po' trasandato, con capelli lunghi e baffi, su cui appaiono le grigie tracce di un precoce avvicinarsi dell'età avanzata, si reca all'Accademia Prussiana delle Scienze.
L'accademia è in un austero palazzo squadrato di 3 piani del '700, nel centro di Berlino. In tutta Europa imperversa la guerra. La grande Guerra. Già quel primo anno di battaglie presenta il suo tragico tributo di sangue e di tragedia. La guerra è però lontana dai confini tedeschi. I soldati del kaiser combattono su più fronti, ma la guerra sembra volgere a loro favore, sia sul fronte orientale nelle rapide e feroci battaglie campali, sia nella logorante guerra di trincea sul fronte occidentale.Tutto ciò sembra non interessare ad Albert Einstein, immerso ormai da 10 anni nel tentativo disperato di superare difficoltà matematiche impensabili, almeno per l'epoca. Nel 1905 aveva elaborato la teoria della Relatività Ristretta che risolvevano le contraddizioni presenti tra le equazioni di Maxwell dell'elettromagnetismo ed i principi della relatività galileiana. Questa teoria però contraddice, o meglio non si integra, con la teoria della gravitazione universale di Newton. Tutta la scienza moderna fino ad allora era stata basata proprio su questi due paradigmi: i principi della fisica meccanica galileana e la teoria della gravitazione universale di Newton. Dopo 10 lunghi anni Einstein era riuscito a risolvere le complicate equazioni che spiegano le contraddizioni con la teoria newtoniane e proprio il 25 Novembre 1915, inizia una serie di letture in cui spiega all'accademia scientifica i risultati ottenuti.
L'anno successivo queste letture sono pubblicate con il titolo di "I fondamenti della teoria della relatività generale": Tempo e Spazio non sono più riferimenti assoluti e costanti. La variabile temporale non può più essere considerata indipendentemente dallo spazio.
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