Un AMIDQUEL di qualità di Star Wars


Quando nel 1988 e nel 1993 furono pubblicati rispettivamente "Preludio alla Fondazione" e "Fondazione anno zero", il criticato (dagli autori più radical e contemporanei del genere) maestro della fantascienza Isaac Asimov in qualche modo creò un nuovo tipo di ri-narrazione: l'AMIDQUEL (una storia che si colloca in mezzo a due narrazioni già scritte). A differenza dei più noti prequel o sequel di una narrazione di successo, Asimov collocò cronologicamente la storia di quei due romanzi in mezzo ai suoi due cicli di romanzi di maggiore successo: il ciclo dei robot (scritto tra il 1954 e il 1985) e il ciclo originale delle Fondazioni (scritto tra il 1951 e il 1953).

Fondazione Anno Zero e Preludio alla Fondazione

L'obiettivo di Asimov era semplicemente quello di collegare i due cicli di romanzi per convincere i propri lettori che tutte le storie da lui scritte si svolgevano in un unico universo fantastico, nello stesso spazio ma in tempi (a volte ere) differenti.
Molto della letteratura classica occidentale è costituita da ri-narrazioni di quelli che sono gli antichi miti greci o di favole della tradizione popolare e non mancano esempi di pre-quel e se-quel di racconti classici anche nella letteratura più colta. 
Con la modernità e la nascita di nuovi modi di raccontare (il feuilleton, il cinema, il fumetto fino al contemporaneo web) la necessità di creare un numero sempre crescente di storie ha fatto riscoprire il gusto di dare seguiti o preamboli a racconti più o meno noti. Poco frequenti sono però i casi di AMIDQUEL, almeno di qualità, come quello di Isacc Asimov.

Ancora più sfidante è stata l'opera di John Knoll e Gary Whitta, i creatori del soggetto di Rogue One: A Star Wars Story.


Il tentativo di inserirsi tra la trilogia prequel e la serie classica della saga fantascientifica più importante del cinema si deve considerare un vero successo, un film consistente e di assoluto valore, probabilmente uno dei migliori dell'intera saga. Questo grazie all'ottimo soggetto (curiosità: John Knoll, uno dei due autori del soggetto, di mestiere non fa di norma il soggettista, ma il supervisore degli effetti speciali ed è il creatore, insieme al fratello, del famoso software di fotoritocco Adobe Photoshop), una precisa sceneggiatura (Chris Weitz e Tony Gilroy, nessuno dei due specialista di fantascienza pura), una sapiente regia (Gareth Edwards, lui specialista del fantastico ma che non si era mai avventurato nello spazio "in galassie lontane lontane") ed ottimi attori. 
Tutto in questa storia è scritto con precisione e con attenzione nell'inserirsi in maniera quasi millimetrica tra l'episodio 3 e l'episodio 4, diventandone a buon diritto l'episodio tre e mezzo. Mentre è possibile trovare numerose piccole contraddizioni tra la trilogia classica e la trilogia prequel, così come nell'ultimo episodio sette (che a me non ha entusiasmato), è difficile riuscirne invece ad individuare in Rogue One. Persino nella trilogia classica non c'è una coerenza precisa tra gli episodi 4 e 5 (si pensi solo a come cambia il "peso di potere" nelle gerarchie dell'impero di Darth Vader). Queste incoerenze invece sembrano essere assenti nell'ultimo film della saga di Star Wars.
Ancor più dell'opera di Asimov, Rogue One è probabilmente il primo vero AMIDQUEL della narrativa contemporanea: assolutamente da vedere per chi ancora non l'ha fatto, soprattutto per gli appasionati di fantascienza.

Migliore Amidquel della narrativa contemporanea